25 ott 2007

Le mani nella marmellata

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Boing Boing, il terzo blog del mondo, ha scritto della legge Levi-Prodi. Il Governo ha fatto un figura mondiale di incompetenza. Levi, un signor Nessuno eletto da nessuno, ha spiegato che c’è stata, per mesi, una consultazione con tutti i protagonisti del settore per redigere la legge, inclusi gli edicolanti. I blogger sono stati esclusi. Gli operatori della Rete sono stati esclusi. Con chi ha parlato Levi? Con Berlusconi, con De Benedetti? Non certo con i ministri del Governo.
Non ha illustrato la legge al titolare del ministero delle Comunicazioni, quello che avrebbe dovuto scriverla.
Il Consiglio dei Ministri è un luogo ben strano. Vorrei poterlo filmare. Il 12 ottobre alla presentazione della Levi-Prodi chi c’era dormiva e se non dormiva pensava ad altro:
- “mi prendo la mia parte di responsabilità per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo...che autorizza interpretazioni estensive che potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Molto meglio lasciare le regole attuali...” Paolo Gentiloni, Ministro delle Comunicazioni
- “non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.” Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture
- “dico subito che quel giorno, dopo aver tentato di migliorare il decreto sul welfare, sono dovuto correre al Quirinale per premiare i giovani impegnati sul cambiamento climatico e non ho potuto seguire la norma che sta allarmando la Rete. Rileggendola oggi, mi sembra decisamente restrittiva per chi gestisce un blog o una pagina web.” Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente

Per evitare altre brutte figure Prodi pubblichi prima le proposte del Consiglio on line, legga i commenti e poi proceda. I cittadini sarebbero informati e anche i Ministri.
La Commissione cultura della Camera esamina oggi la Levi-Prodi. Vorrei che la discussione sia resa pubblica con la possibilità di commentarla.
Levi ha dichiarato: “Per ogni legge, il passaggio parlamentare è l’occasione per migliorare i testi e, quando necessario, chiarire i punti ambigui”. La legge l’ha scritta lui su dettatura di Prodi. I casi sono due : Levi ci è o ci fa. Sicuramente ci ha provato. Questa volta sono stati presi con le mani nella marmellata. Ma quante volte ci hanno provato con successo senza che nessuno lo sapesse?

Leggi anche il Times sulla Levi-Prodi.


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del 21 Ottobre 2007
Postato da Beppe Grillo alle 18:38 in |

23 ott 2007

Tutti insieme appassionatamente

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De Magistris ha messo d'accordo centro destra e centro sinistra, con l'eccezione di Di Pietro. Tutti insieme appassionatamente per salvarsi il c..o. Il centro destra ritrova in Mastella il suo Dna. Cicchitto e Casini lo adorano. E' la futura Brambilla del Sud di Berlusconi. Il centro sinistra invece tace. Prodi e Veltroni fanno il gioco del silenzio. La vecchia tattica democristiana del tirare a campare per non tirare le cuoia. Il ministro della Giustizia indagato, il ministro degli Esteri indagato, il Presidente del Consiglio indagato. Al prossimo Consiglio dei Ministri faranno una retata.
Il fratello di Borsellino mi ha scritto una lettera da far gelare il sangue.

"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato." Salvatore Borsellino

Pubblicate nel vostro blog e fate girare l'appello per De Magistris:


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del 21 Ottobre 2007


Postato da Beppe Grillo alle 15:17 in

21 ott 2007

21 Ottobre 2007

La soluzione finale

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Mastella è indagato per abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, concorso in truffa nell’ambito di finanziamenti europei e nazionali da De Magistris. Appena lo sa ne chiede il trasferimento. Non ci riesce. De Magistris diventa l’indagato. Qualcuno fa uscire notizie riservate dalla Procura di Catanzaro. De Magistris riceve una busta con delle pallottole. Va avanti lo stesso. Mastella minaccia di mandare a casa Prodi a primavera. L’inchiesta è subito tolta a De Magistris. E’ finita qui?
Si, è finita, ma per il centro sinistra. E’ morto, defunto. Nessun partito ha chiesto le dimissioni di Mastella. Vergogna. In un Paese normale Mastella sarebbe a Ceppaloni a raccogliere pomodori. E Prodi, anche lui indagato? E' sereno. Il giudice non c’è più e oggi, insieme al compare Mastella, è a Napoli per ricevere il Papa.

Marco Travaglio mi ha inviato una lettera sulla soluzione finale.

Caro Beppe,
due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris - attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro - ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.
Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.” Marco Travaglio

Leggi l'intervista di Luigi De Magistris.

Postato da Beppe Grillo alle 13:03 in

19 ott 2007

DITTATURA IN ITALIA: Un significativo passo avanti.

19 Ottobre 2007

La legge Levi-Prodi e la fine della Rete

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Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

Postato da Beppe Grillo alle 12:40 in |

17 ott 2007

Padoa-Scoppia...

17 Ottobre 2007

Il bamboccione

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Mi scrive un bamboccione. Uno di quei venti-trentenni che sfruttano la casa dei genitori come un albergo e la loro pensione per le mancette. Mi ha inviato una lettera per il ministro dipendente Padoa Schioppa. Per comprare la sua prima casa il bamboccione PRIMA deve pagare 12.800 euro di: tasse, notaio e allacciamenti. Lo Stato non gli dà nessun aiuto.
Una proposta per il nostro dipendente da inserire in Finanziaria: elimini le tasse sulla prima casa, l'Ici sulla prima casa, i costi del notaio (per gli atti basta un funzionario comunale) e degli allacciamenti.
Su acqua, gas e elettricità già paghiamo a peso d'oro il servizio, l'allacciamento sia a carico delle società concessionarie e dell'Enel che fanno utili enormi sui bisogni primari.

"Gentile Ministro Padoa Schioppa,
Sono un ragazzo di 30 anni. Lavoro come operaio e vivo in periferia di una grande città e, ahimè, vivo ancora a casa dei miei. L’altro giorno ho sentito le sue parole in tv, e mi sono immediatamente identificato in coloro che lei definisce “bamboccioni”, quei trentenni che lei vorrebbe “mandar fuori da casa”. Mi son detto: “Grande Ministro, Lei ha ragione”. Così mi sono così rivolto alla mia Banca per poter ottenere un mutuo.“Grande Ministro, avrò finalmente una casetta tutta mia”, ho pensato!
Guadagno 1.140 € al mese + 13esima e 14esima, le quali spalmate in 12 mesi mi garantiscono un reddito mensile di 1.330 €
Visto che la rata mutuo non può superare 1/3 dello stipendio, mi posso permettere una rata di 443 € al mese.
Con questa rata mi viene concesso un mutuo di € 85.850 Euro in 30 anni (se aspettavo un altro po’, vista l’età, non me lo concedevano un mutuo trentennale… Grande Ministro, grazie per avermi fatto fretta!)
Con il mio bel preventivo in tasca, ho deciso di rivolgermi immediatamente ad uno studio notarile, per farmi preventivare le spese che dovrò sostenere per acquistare una casa.
Dagli 85.000 € dovrò infatti togliere:
- 4.000 € circa di tasse in fase d’acquisto. "Solo” 4.000 € visto che è la mia Prima Casa! (Grande Ministro, grazie)
- 3.300 € circa di Notaio per l’acquisto
- 2.500 € circa di Notaio per il mutuo
- 3.000 € circa di allacciamenti alle utenze acqua, gas, enel
Per un totale di 12.800 € circa.
Beh… ho ancora a disposizione ben 73.050 € per la mia casetta!
La dovrò arredare, ovviamente, mica posso dormire per terra....Mi sono rivolto così ad un mobilificio come ce ne sono tanti, per ora posso accontentarmi di una cucina, un tavolo con 4 sedie, un divano a due posti , un mobile tv, un letto matrimoniale, un armadio e due comodini… il minimo indispensabile. Mi conosco, mi saprò adattare.
7.500 € circa se i mobili me li monto io! Beh… pensavo peggio!
Ho ancora a disposizione ben 65.550 € per la mia casettina, sono sempre 130erottimilioni di una volta! (Grande Ministro, grazie!).
Entro gasatissimo in un’agenzia immobiliare, è arrivato il momento…
Con 65.550 € mi dicono che posso acquistare:
- 2 garage di 28 mq. al livello - 2 di un condominio di 16 piani
- 2 ampi locali (non comunicanti tra di loro) di mq. 21 ciascuno, nel seminterrato del condominio adiacente
Per l’abitazione più piccola ed economica - un bilocale trentennale di 55 mq. al 1° piano di uno stabile a 18/20 km dalla città - dovrei spendere 110.000 € !
Me ne torno a casa Ministro, a casa dei miei, ovviamente!
Ho fatto quattro conti: per potermi permettere quel bilocale, dovrei:
- o indebitarmi per altri 53 anni, quindi l’ultima rata la verserò finalmente a 83 anni (ammesso che ci arrivi)!
- oppure dovrei guadagnare 2.000 € al mese!
Grande Ministro, grazie!" Un bamboccione

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del 14 Ottobre 2007
Postato da Beppe Grillo alle 13:02 in

11 ott 2007

11 Ottobre 2007

Cantare è rivoluzionario!

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Metropolitana, ora di punta. Tre ragazze italiane di circa 15 anni canticchiano delle canzoni inglesi. Sono felici. Hanno una bella voce. Un viso acqua e sapone.
Non capita spesso di sentire cantare in metropolitana. Da bambino, tanti anni fa, era diverso. Quando qualcuno accennava un motivo, tutti gli altri lo seguivano come un coro degli alpini.
Un passeggero seduto vicino alle studentesse le rimprovera ad alta voce. Rispondono che è un luogo pubblico e che possono cantare. Una signora aggiunge: “Cosa succederebbe se tutti cantassero? State in silenzio!” I passeggeri del vagone annuiscono con sguardi di rimprovero. Grigi e silenziosi.
Già, cosa succederebbe se tutti cantassero?
Essere felici e cantare in pubblico è un atto rivoluzionario in Italia. Dà fastidio, disturba. Perchè? La domanda la faccio a voi...
Vorrei rivolgervi un invito. Cantate nei tram, negli autobus, nei metro, nei treni e anche nei battelli. Quello che volete. Io posso solo consigliarvi un paio di testi di cui riporto qualche strofa: Fratelli d’Italia e il V-day.

Fratelli d’Italia
“Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta;
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma;
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.”

V-day
“L’8 settembre è la festa della madonna
una festa della madonna manifesta e protesta la folla
contro l’italia che affonda va in pista ma non decolla
le mani in pasta invischiate come dentro la colla
Questa è l’ennesima balla ma ormai non state più a galla
qui cola a picco la barca perchè lo scafo ha una falla
Ormai non c’è più rimedio
serve un pacifico assedio.
Questo è un invito alzate tutti il dito medio
Onorevole Onorevole…(ma vaff.) questo è disonorevole..(ma vaff.)
onorevole onorevole (ma vaff.) è davvero disdicevole vaff.
AL V-DAY CI SEI O NON CI SEI QUESTA E’ LA NUOVA EVOLUZIONE E’ LA RIVOLUZIONE
AL V-DAY CI SEI O NON CI SEI…
AL V-DAY CI SEI O NON CI SEI SERVE UNA NUOVA SOLUZIONE C’E’ TROPPA CORRUZIONE
AL V-DAY CI SEI O NON CI SEI…”

Cantate, filmate e pubblicate su YouTube con il tag: “V-day-song”. Pubblicherò i migliori filmati. Essere felici è rivoluzionario!

Postato da Beppe Grillo alle 15:01 in

9 ott 2007

Sabina Guzzanti

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Il blog ha intervistato Sabina Guzzanti, anche lei presente sul palco di Bologna, che ha dato il suo parere sul TG1 di Riotta.


"Uso questo spazio per avere la possibilità di replicare agli attacchi e insulti ricevuti dopo il V-Day e dopo il mio intervento ad Annozero sulla questione del TG1, in particolare, e la polemica con Riotta nata da una battuta nel mio film in cui facevo dell'ironia sul fatto che Riotta, prima di diventare direttore del TG1, ha scritto sul Corriere una serie di articoli sempre più di destra per dimostrare di essere affidabile e di poter fare il direttore del TG1.
Riotta si è arrabbiato per questa battuta e ha replicato con un articolo su L'Espresso in cui ha fatto una disquisizione su cosa sia il vero giornalismo, elencando tutti i professori che ha avuto all'università in America, tra cui il povero Sartori che non so quanto sia contento del suo allievo, l'importanza dei fatti e dell'obiettività.
Da Santoro, allora, ho di nuovo replicato dicendo che una persona che dirige il TG1 che vediamo tutte le sere non si può permettere di dare lezioni di giornalismo a nessuno perché quello non è giornalismo. Il TG1 non è al servizio dei cittadini ma dei politici che hanno scelto lui e i giornalisti che parlano. Portando degli argomenti ho detto che, ad esempio, il giorno del V-Day ha dato alla notizia uno spazio ridicolo, 29 secondi.

"Ieri sera manifestazione organizzata da Beppe Grillo, il cosiddetto V-Day, a sostegno della legge di iniziativa popolare per un Parlamento pulito. Per gli organizzatori avrebbero firmato in 300.000. Manifestazione che si è svolta in molte città italiane. Immediate le reazioni politiche: per il ministro
Bersani bisogna riflettere la testimonianza di un disagio; "è una manifestazione di cui dovremmo vergognarci - dice Pierferdinando Casini - visto che è stato insultato Marco Biagi che invece andrebbe santificato"

Non ha mandato una troupe, visto che nei giorni successivi, quando ha voluto attaccare Grillo con tutte le sue forze, ha dovuto usare delle immagini di EcoTV. Il TG1 di quella sera conteneva i soliti spottini dei politici: Prodi che parlava da un convegno a Bari, Berlusconi da non si sa dove, un lungo servizio su dei subacquei che stavano battendo un guinnes dei primati con inviati e tutto quanto Abbastanza ridicolo, un servizio che, tra l'altro, è stato mandato in onda a puntate le sere successive: evidentemente qualche sponsor di questi subacquei aveva ottenuto questo spazio al TG1. Dopo il mio intervento al TG1 hanno letto un comunicato in cui si respingevano i rozzi insulti della soubrette.

"La Guzzanti sbaglia: in Rai ci sono giornalisti veri", stigmatizza Carlo Verna, leader del sindacato USIGRAI. I colleghi del comitato di redazione del TG1 respingono gl insulti rozzi della soubrette ai giornalisti impegnati ad informare in modo onesto."

Comunicato a cui ho a mia volta replicato, ma non è stato pubblicato da nessuna parte, dicendo che visto che tanti giornalisti bravi in Rai ci sono dovrebbero farli lavorare. Questo sarebbe il lavoro del sindacato, che però non lo fa: siccome è un sindacato di sinistra difende un direttore messo lì dal centrosinistra, non facendo il suo dovere. Questa è la prova che quando si fanno delle critiche circostanziate l'unico effetto che si ottiene è quello di ricevere delle bastonate a cui non è concesso replicare.
Sul Corriere della Sera, di cui Riotta è stato vicedirettore, è apparso un articolo contro il mio film di bassissima lega in cui si parlava solo degli incassi rallegrandosi del fatto che il film non avesse avuto un grande successo al botteghino, cosa anche discutibile; comunque non c'è niente di cui rallegrarsi se un bel film, definito sul Corriere da Tullio Kezich un capolavoro, viene visto da poche persone.
L'articolo era firmato da un giornalista che di solito scrive trafiletti, evidentemente nessun giornalista serio l'ha voluto scrivere.
Tra l'altro questo film, Le ragioni dell'Aragosta, parla proprio di quel che succede oggi: l'esperienza delle persone che cercano di fare qualcosa nel vuoto della politica. Ha come pretesto il fatto che degli attori si mettono ad aiutare i pescatori sardi, una cosa inventata, ma plausibile perché la gente si rivolge a noi per le ragioni più disparate, e facendo finta li abbiamo aiutati sul serio ma plausibile perché la gente si rivolge a noi per le ragioni più disparate, e facendo finta li abbiamo aiutati sul serio: normalmente nella finanziaria sarda alla pesca è destinato un budget di circa 5-6 milioni di euro mentre quest'anno ne sono stati stanziati 41!
Quindi anche solo facendo finta di fare qualcosa si è prodotto un risultato concreto. Su questo ci si dovrebbe ragionare.
Se si fanno delle critiche circostanziate, se si fanno delle attività democratiche come organizzare manifestazioni e raccogliere firme dall'altra parte la risposta è sempre e soltanto repressiva."



Ps: Firmate l’appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria.
Diffondi la petizione per De Magistris, copia il codice e inserisci il banner nel tuo blog!

Postato da Beppe Grillo alle 11:46

RI-CENSURA ???

8 Ottobre 2007

I video che scompaiono dalla Rete

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Ho ricevuto una mail dagli Stati Uniti:

“Qualcosa di strano è successo questa mattina.
Una gran quantità di video di interviste a politici e a cittadini italiani che esprimevano le loro opinioni su youtube è stata cancellata, apparentemente su richiesta della RAI, per favore investigate. Per vostra informazione cliccate il blog www.onemoreblog.it. Saluti." Francesco C.

Voi cosa ne dite? Perchè sono state tolte le interviste ai politici da youtube? Forse per i commenti? Forse perchè si vergognano? O forse per il copyright?
Il copyright è una contraddizione.
I programmi delle reti pubbliche li abbiamo già pagati con il canone. Sono nostri e non si devono cancellare dalla Rete.
Ai politici va dato un messaggio forte e chiaro. Siete in ascolto?
La RAI è un servizio pubblico di proprietà dei cittadini. La RAI va riformata e tolta al controllo dei partiti. Fuori i partiti dalla RAI!”

Riporto il riassunto di una lettera-appello dell’associazione Anti Digital Divide sugli insulti che ogni giorno le televisioni vomitano sulla Rete e su di noi.

"Anti Digital Divide www.antidigitaldivide.org ha deciso di lanciare una petizione per reagire agli attacchi offensivi e diffamatori ai danni della Rete e di chi la utilizza, perpetrati dai giornalisti Filippo Facci, Paolo Granzotto, Giampiero Mughini con la complicità delle testate, il Giornale, Libero e la trasmissione televisiva Porta a Porta. I giornalisti affermano che la Rete non esiste, è il peggio del nostro paese, i navigatori sono dei subacculturati, sono i bruti e gli informi di Nietzsche, ignoranti nell'anima, invidiosi sociali ecc.
Queste offese sono arrivate dopo che la Rete ha dimostrato di essere in grado di superare e scavalcare i mezzi di stampa tradizionali e organizzare un manifestazione nazionale, che ha coinvolto più di un milione di persone, senza che giornali e TV ne parlassero. Molti giornalisti nel giudicare il V-day, evento che senza internet non sarebbe stato possibile, hanno dato più importanza ai vaffa e alle battute che alle centinaia di migliaia di persone coinvolte ed ai temi affrontati. Hanno parlato di mancanza di stile, di forma, per poi usare pesanti parole e offese molto gravi contro i manifestanti e la rete. Nella rete ci sono milioni di persone che, GRATUITAMENTE, mettono a disposizione la loro conoscenza, preparazione, offrono il proprio aiuto, organizzano eventi, manifestazione, per tutelare i diritti delle persone. Quindi le offese ai danni di chi naviga in rete sono da ritenersi più gravi rispetto alla battuta di un comico.
Queste offese sono un attacco alle nostre scelte e alla nostra etica. Non siamo stupidi, non siamo subacculturati, non siamo classisti come chi ci attacca. Siamo persone che operano senza onori o stipendi foraggiati dalla politica o dalle lobby di potere come chi va a blaterare insignificanti offese in tv o sui giornali, siamo semplici utenti che si impegnano perchè qualcosa possa migliorare e perchè l'informazione, un giorno, sia davvero libera ed a portata di tutti.
Per questo chiamiamo a raccolta tutto il popolo della Rete per dimostrare diversamente da quanto dicono alcuni giornalisti, che la Rete ESISTE e che è in grado di difendersi e reagire alle offese e alle falsità che i poco illuminati le hanno lanciato sfruttando i mezzi di comunicazione tradizionali. Cordiali saluti." Associazione Anti Digital Divide

Firmate la petizione a http://prorete.antidigitaldivide.org